Perry McCarthy: Tra Andrea Moda e The Stig

Perry McCarthy: Tra Andrea Moda e The Stig

Dal nostro video Top 10 piloti mai qualificati, ecco l'intervista completa che abbiamo fatto con l'ex pilota della Andrea Moda, e primo Stig di Top Gear.

Ciao Perry, grazie intanto della tua disponibilità. Dunque, tu eri uno dei protagonisti delle pre-qualifiche, una delle cose più crudeli mai fatte dalla Formula 1. Si arrivava al circuito senza sapere se avresti potuto proseguire con la gara!

Sì, e a volte non sapevamo nemmeno se il team sarebbe arrivato al circuito!… È stato un periodo emozionante. Oggi in F1 si parla tanto di aggiornamenti, beh per noi l’aggiornamento era che il team si presentasse, effettivamente, a correre. [Ride, ndr] È stato un periodo difficile, ma è curioso come tanti ricordino ancora Andrea Moda e i nostri problemi…

Sì, anche perché in Italia è diventato iconico proprio perché… tutti sapevano che era impossibile sopravvivere in F1, ma siete riusciti comunque a fare gran parte della stagione, certo solo nelle pre-qualifiche. Com’era l’atmosfera durante quelle sessioni?

Beh, io ero stato collaudatore per la Arrows, e cercavo sempre di entrare nella squadra, ma non c’è mai stato spazio per me, anche se il team manager mi voleva fortemente, forse, ma non è successo. Così Andrea Moda mi ha dato l’opportunità di entrare in Formula 1. E per me fu… wow! Dopo tutti quegli anni di lotte, tentativi, senza soldi, resistenza, per entrare in Formula 1… è stato fantastico essere lì. Credo che altri nel team la pensassero così… all’inizio.

 

McCarthy durante un test con il team Footwork-Arrows

C’era ottimismo e speranza, ma piano piano capimmo che non andavamo da nessuna parte. La prima gara fu un disastro. Nella seconda, feci sette giri in Italia cercando di qualificarmi. Ovviamente, non mi sarei mai qualificato in sette giri, non con quella macchina, almeno. E pensi, ok, c’è lavoro da fare, dai, resisti, motivati, c’è un’opportunità, forse la prossima volta. Ok, forse la prossima… la prossima… finché arrivi a dirti che non succederà nulla. Ci sono stati troppi errori dall’inizio alla fine.

Per me era personalmente non il massimo, concentravano quello che avevano che non era molto sulla macchina di Roberto Moreno. E certamente Roberto è un pilota molto esperto e veloce, ma lo vedevano come la loro unica chance. Lo capisco, in parte, ma la realtà era che non c’era nulla per me o la mia auto.

Rendeva il tutto piuttosto pericoloso e molto deludente. Io sono uno che sorride spesso, ma dentro ero veramente deluso, dopo aver passato 10 anni di motorsport, con pochi soldi, ma continuando ad avere quella speranza di salire e poi arrivare in F1… e poi viverla, e trovarla così brutta!…

Hai parlato di rischiare la vita, è successo a Spa, credo, avvicinandoti all’Eau Rouge.

Fu una cosa davvero folle. Una vera follia, perché non facevo alcun test. Non c’era stato tempo in macchina. Siamo arrivati a Spa, un circuito che conoscevo e in cui sapevo di essere molto veloce. E ho pensato, ok, non credo che questa macchina durerà a lungo, quindi farò subito il possibile per metterla in griglia. La prima volta che sono uscito da La Source, sono andato a tutta per iniziare il giro, sperando di farcela. Entrando nell’Eau Rouge, ho notato che lo sterzo era più pesante, e in teoria è normale, per via del carico aerodinamico. Voglio dire, avevamo un po’ di carico, persino noi all’Andrea Moda! [ride, ndr] Ma lì era diventato davvero tanto pesante.

Con qualsiasi altra macchina o squadra, sarei rimasto a tutto gas. Avrei pensato, ce la faccio. Ma lì c’era un allarme nella mia testa, così quando ho girato, ho frenato. E per fortuna, perché ho frenato ma non riuscivo a girare lo sterzo. Questa spiegazione dura molto più di quanto sia realmente accaduto in auto. Il mio istinto mi ha subito fatto rilasciare i freni. E anche questa è stata la mossa giusta, ma onestamente, sono stato fortunato. L’auto si è alleggerita e si è rialzata molto velocemente. E ciò mi ha permesso di sterzare appena appena, facendo la curva.

 

McCarthy affronta la Source, poco prima del disastro. [Foto: Facebook Perry McCarthy]

Fui davvero vicinissimo a sbattere contro il muro, frontalmente, in quella macchina, all’Eau Rouge, a circa 300 km/h. Così sono arrivato in cima alla salita, e avevo rallentato. E improvvisamente, lo sterzo funzionava. Mi sono accorto che era più rigido quando zigzagavo. E ho capito che era la cremagliera.

In breve, se la cremagliera dello sterzo si piega, sotto carico aerodinamico, il braccio non può entrare. Quindi, le ruote non si muovono e non puoi sterzare.

Così rientrai, portai la macchina ai box e dissi ai meccanici: credo ci sia un problema allo sterzo. E loro: lo sappiamo. Io: davvero? Ma come fate a saperlo? E mi rispondono di averlo testato sulla macchina di Roberto [Moreno] la settimana prima, scoprendo che fletteva. Io rimasi di stucco e dissi: sul serio? Quindi avete deciso di toglierlo dalla macchina di Roberto e montarlo a me per le qualifiche del GP del Belgio?! Risposero di sì.

E cosa successe dopo?

Quella storia girò velocemente, c’erano dei giornalisti nei box. Questo, unito ad altre cose, fece dire a Max Mosley ed anche a Bernie Ecclestone, “avete chiuso. Basta così”. Erano già stati avvertiti di farmi girare correttamente, invece di mettermi in pericolo con un solo giro per qualificarmi a un GP, su un circuito che magari nemmeno conoscevo, in un’auto con cui avevo fatto solo tipo 10 giri. A volte si fanno degli errori, o magari mancano soldi e ci sono momenti difficili. E poi c’è quello. Ed è stato davvero stupido.

La mia breve carriera in F1 con Andrea Moda poteva andare peggio solo se non avessi frenato, e oggi non sarei qui a parlarne.

C’è anche un altro episodio famoso, il GP di Silverstone con le gomme da bagnato.

Le gomme da bagnato, già! Era pre-qualifica, gli altri erano in pista, io venivo tenuto in pit lane, casomai Moreno avesse avuto bisogno di pezzi di ricambio da prendere dalla mia auto. Questo ti dà molta fiducia, sai? Finalmente, mi hanno fatto uscire in pista ed è stato fantastico, perché conosco Silverstone, ovviamente. Avevo la chance di qualificarmi. L’unico problema? Mi hanno messo su le gomme da pioggia. Sarebbe stato ok… se solo avesse piovuto! ma era asciutto. E pensai qualcosa di simile a: ‘non vogliono che io ce la faccia, mi sa!’ Ovviamente, le gomme si sono rovinate. Credo in realtà di aver fatto il giro più veloce al primo tentativo. Poi ho avuto fortuna perché la frizione si è rotta, altrimenti… ero così arrabbiato che avrei potuto schiantarmi, non mi interessava nulla, volevo solo andare a tutta. Un altro gran successo per me, a Silverstone: sopravvivere! [Ride].

 

Gomme full-wet a Silverstone… con il sole cocente!

Mi sorprende che ne parli con un sorriso dopo 30 anni. Hai avuto tempo per rifletterci, immagino.

Le corse erano sempre state difficili per me, la mia famiglia non aveva soldi, io non avevo esperienza, ho iniziato solo a 21 anni. Bernie Ecclestone mi disse, appena avevo iniziato: ‘Le tue chance di arrivare in F1 sono un milione a uno‘. Ma ho tenuto duro e ho guidato al meglio delle mie capacità. E ho avuto un discreto successo. Ho battuto molti piloti famosi che sono arrivati in F1. E mi hanno battuto anche loro, ovviamente. Ero uno piuttosto veloce, e con una carriera più stabile magari avrei imparato ad essere più intelligente, su alcune cose. Ma quando sei senza soldi, devi rischiare per emergere.

Ho sempre visto il lato comico delle cose, e questo forse mi ha aiutato ad andare avanti e provare a godermi la vita, perché non ha senso lamentarsi sempre: ‘Non ho l’auto forte‘, ‘Gli altri hanno più soldi‘, ‘Gli altri hanno più risorse‘. E chi se ne frega! Hai quel che hai, buttati e dimostra a tutti che non ti fermerai! Ma in Formula Uno non ho davvero potuto dimostrare nulla. A volte ti arrabbi sul momento, ma poi ci rifletti: è assurdo. E mi faceva ridere, anche all’epoca! Così andavo avanti per la mia strada. Ripensandoci, c’è ancora un po’ di dispiacere dentro di me, ma in fondo, che senso ha vivere così? Continuando a pensare a cosa sarebbe potuto accadere? Mia moglie crede che in un team migliore, con una chance migliore, avrei avuto più possibilità di morire. Forse lei lo rimpiange! [Ride]

C’è una cosa che hai detto, che mi ha colpito: hai iniziato col motorsport a 21 anni. Ora abbiamo piloti che praticamente ancora neonati vengono messi in un kart e girano già in circuito. L’anno prossimo Andrea Kimi Antonelli debutterà in F1 a soli 18 anni. Come pensi che sia cambiato il percorso per arrivare in F1?

Ci sono sempre stati piloti che arrivavano in F1 molto giovani. L’età media si sta abbassando, certo, ma mi sembra che serva anche un sostegno finanziario notevole fin da subito per il karting internazionale, le varie categorie… E tutto questo, ovviamente, costa una fortuna. Ma se sono bravi, ed alcuni sono davvero eccezionali, a 17-18 anni hanno già così tanta esperienza che è giusto che allora entrino in F1 a 19-20 anni… no?

Sulla maturità mentale, non saprei dire. Questi ragazzi non hanno visto molto della vita, in effetti. Ma è questo il punto? L’idea è mettere qualcuno dal talento straordinario, come Kimi [Antonelli, ndr], nelle condizioni di competere in F1. Quel ragazzo è fantastico, E anche il pilota della Williams, di cui mi sfugge il nome, ora.

Franco Colapinto?

Sì, scusa, Franco. Insomma, è entrato direttamente in F1 e le sue prestazioni sono state assolutamente fantastiche. Sono rimasto davvero impressionato. Uno dei motivi è qualcosa che non avevamo noi, questi ragazzi hanno i simulatori e ci guidano costantemente. Sperimentano molto di come sia guidare una F1. Certo, la macchina vera è diversa, ma hanno molti strumenti.

È sbagliato dire che i piloti non fossero professionisti ai miei tempi, però. C’erano atleti incredibili e piloti talentuosi, molto seri. E questo vale dagli anni ’60, ’70, ’80, ’90… ora tutto è salito a un altro livello. L’allenamento, la gestione, la fisioterapia, l’atteggiamento mentale, il coaching, i simulatori: tutto. E penso che sia simile anche in altri sport.

Non sono sicuro che mi sarebbe piaciuta quella vita. Sì, mi piace la libertà di fare ciò che voglio. Voglio essere un pilota? Ok, mi alleno. E credetemi, mi allenavo quattro ore al giorno, quasi ogni giorno. E amo guidare. Adoravo fare i test in pista, quando potevo. Ma c’era qualcosa che rimaneva ancora, lì fuori, da vivere.

Quindi, menomale che hai corso negli anni ’90, stai dicendo?

Penso che ora i piloti debbano fare tutto per essere competitivi. Forse non sarebbe stato adatto a me, anche avessi avuto il talento per farlo. Non ne sono sicuro. Forse l’avevo, Forse no. Non lo so. Credo di sì. [ammicca] Ma non importa. Ora tutto è ingegneria, anche le istruzioni via radio durante la guida, con l’ingegnere che ti dice come guidare… io non credo avrei reagito bene a questo.

 

McCarthy nell’abitacolo della Andrea Moda. [Foto: Facebook Perry McCarthy]

Prendi Oliver Bearman. Lo vedi, lui è un talento fantastico, davvero eccezionale. Ci sono cose che aiutano questi ragazzi a entrare in F1. E quel livello di preparazione che molti piloti hanno ora prima della Formula Uno, credo sia molto più alto di prima. Detto ciò, mi ricordo che Lewis Hamilton, prima di entrare in F1, faceva migliaia di km di test con la McLaren. Quindi, ovviamente, abbiamo questi esempi che non dovrei dimenticare.

Avrei altre due domande. Una riguarda il paddock nel 1992. Condividevi il paddock con piccoli team come Larrousse, Fondmetal, Leyton House… e poi c’erano i big. Ayrton Senna, Alain Prost, Michael Schumacher e altri. Erano due mondi separati o riuscivi a parlare con alcuni di loro?

Beh, ricorda che avevo già corso con molti di loro nelle altre formule. Sono stato anche in America per due anni ed è andata molto bene per me. Ed è così che sono entrato in F1, quindi ne conoscevo già parecchi. Ovviamente ce n’erano diversi che non conoscevo, ma di solito trovi i tuoi amici lì, fai due chiacchiere e ti ascoltano dire: ‘Guarda, non so cosa sto facendo. Sai, non ho fatto giri. Questa cosa non sterza dritto e il piantone dello sterzo si muove‘. Spesso mi guardavano dicendo ‘Oh mio Dio!‘ o ridevano perché io già ridevo di quanto fosse brutta la situazione!

Se cercavi supporto, i tuoi amici [piloti, ndr] ti avrebbero detto: ‘Ok amico, sei stato sfortunato‘. Ma anche loro avevano il loro lavoro da fare. Erano molto concentrati su quel weekend e su ciò che dovevano ottenere. Ovvio, era sempre bello imbattersi in Ayrton ma, sai, lo conoscevo già da anni. Non eravamo amici stretti, ma andavamo d’accordo. Facevamo due chiacchiere al volo ogni tanto. Ovviamente, mi chiedeva consigli su come guidare certi circuiti e io glieli davo! [Ride]

C’erano molti piloti che ammiravo, anche prima che arrivassero in F1. Quando sei in un’auto da corsa, è bello avere quel rispetto reciproco. Ma il tuo compito è essere più veloce di loro. Ed è una cosa che non ho mai dimenticato. Era quello che volevo ottenere. All’inizio era speciale essere scelto come uno dei migliori al mondo, pensavo di avere un posto in Formula Uno. Lo credevo davvero. Date le circostanze, era molto difficile dimostrarlo, ma molti credevano meritassi un posto in F1.

Questa intervista andrà in un video. Una top 10 di piloti che non si sono mai qualificati in Formula Uno.

Oh, sono proprio io!

Tu sei riuscito ad ottenere, con 7 NPQ, il quarto posto in questa classifica!

Ma io voglio il primo posto!

Forse continuando con Andrea Moda quella stagione, saresti arrivato primo…

Quando correvo in America [in IMSA, ndr], facevo pole position, stavo in testa alle gare, eccetera. E tutto ciò con una piccola squadra, contro i team ufficiali Jaguar, Toyota, Porsche, Nissan… Insomma, contro tutti i big. Andavo davvero forte, amavo come stavo correndo. Non finivamo spesso le gare perché non avevamo soldi, ma c’era quella velocità, essere lì in mezzo. Poi passi da quello a questa piccola squadra [Andrea Moda, ndr], facendo brutte figure in F1, senza qualificarti. E pensi, mio Dio, sembro un idiota! Scusami, ti ho interrotto.

No, no, volevo in realtà partire da lì. Quindi cosa è successo tra Andrea Moda e lo Stig?

Beh, dopo l’anno con Andrea Moda, cercavo di entrare in Benetton o Williams come terzo pilota, per tenermi aperte le possibilità. Ho fatto il tester per entrambe le scuderie. Alla Benetton mi sono trovato benissimo, un’esperienza fantastica. Lavoravo con Michael Schumacher, lì. Andavo sempre d’accordo con lui, era fantastico, ma non c’è mai stato spazio per riuscire ad entrare [come titolare, ndr]. Il periodo in Williams fu piuttosto breve e non mi piacque affatto, per via del capo del team di testing. Una persona incredibilmente scortese che non mi diede le giuste opportunità.

Non volevo più accettare quel trattamento da nessuno, quindi non finì benissimo. Dopodiché, non ci furono altre occasioni. Fu un danno al punto tale che io, mia moglie e i figli dovemmo dire addio alla nostra casa. Perciò ho dovuto, per un po’, fare lavori nella pubblicità per guadagnare qualcosa e mantenere la famiglia unita.

Poi dopo qualche tempo sono tornato alle corse in F2, ed è andata bene. Da lì, ho firmato con un team GT per il Mondiale, poi con Panoz, e infine con Audi. Quindi la carriera è davvero ripartita. Poco dopo, abbiamo iniziato Top Gear e sono diventato lo Stig, il pilota misterioso. Ero il collaudatore lì nello show, ma con identità segreta. Indossavo tuta e casco neri, con visiera oscurata. Ora capisci perché l’hanno fatto! [Si indica il volto ridendo, ndr] Nessuno sapeva chi fosse lo Stig. Ed è stato incredibile, tutti si chiedevano: chi è lo Stig? Questa divenne una delle top 10 ricerche su internet. Ero dietro a: “Dio Esiste?” e: “Sono incinta?”

È buffo, hai lavorato con Schumacher, e poi c’è quella clip di Top Gear dove indossa il casco dello Stig. È un bel collegamento.

Sì, quello è stato un caso. Michael l’ha fatto per un solo giorno. Lui si è divertito molto, e mi ha fatto davvero piacere che l’abbia fatto. È stato fantastico, una parte divertente della mia carriera.

Grazie mille, Perry. È stata una chiacchierata meravigliosa con te.

Grazie mille per avermi invitato, Andrea. Auguro il meglio a te e a tutti i lettori.

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P.

N.

SCUDERIA E COMPONENTI

GIRI

TEMPO

GAP

INT

GPV

IMPR.

1

11

ARROWS

Bergamaschi - Cappelletti - Durante - Lanzillo

100

NP

-

-

1:03.217

3

2

10

copersucar

Ammirati - Arangio Febbo - Bona - Fittipaldi

100

NP

18.398

18.398

1:03.577

1

3

15

SCUDERIA ITALIA

+ 5" PENALITà

Cecchin - Tomba - Zaranotello

100

NP

53.082

29.684

1:03.905

1

4

8

fondmetal

Ri. Auteri - Ro. Auteri - Zabeo

100

NP

53.298

0.217

1:03.902

1

5

1

eurobrun

Saurin - Scovenna - Vitiello

99

NP

1 giro

-

1:04.187

0

6

9

prost gp

+ 5" PENALITà

PREMIO CREATIVITA'

Falasca - Laurito - Maggio - Ratini

99

NP

1 giro

24.881

1:04.488

1

7

16

super aguri

Bertaia - Bergomi - Curti

98

NP

2 giri

-

1:04.974

4

8

3

toleman

+ 5" PENALITà

Fissolo - Pontello - Rosa - Scarlata

98

NP

2 giri

32.049

1:05.376

0

9

7

coloni

Bernanrdo - G. Carbognin - L. Carbognin - Micheletto

97

NP

3 giri

-

1:04.473

1

10

14

hrt

+ 10" PENALITà

Cappelli - Donatelli - Esposito - Ferrarese

97

NP

3 giri

6.041

1:04.579

3

11

12

hesketh

Michelozzi - Riente D. - Villella

97

NP

3 GIRI

2.209

1:04.759

4

12

6

ANDREA MODA

Bianchi - Corna - Fauceglia - Fasani

97

NP

3 GIRI

1.026

1:04.328

0

13

14

simtek

Cresti - Olivero - Renzi - Signorini

96

NP

4 giri

-

1:05.784

1

14

5

caterham

Budyta - Crescenti - M. Paoli - R. Paoli

95

NP

5 giri

-

1:05.152

5

15

4

forti corse

Facchinello - Martufi - Massa - Visentin

95

NP

5 GIRI

19.854

1:05.490

0

16

2

SPIRIT

Baraldini - Carra - Giovannini

95

NP

5 GIRI

26.605

1:06.376

0

PREQUALIFICHE

QUALIFICATI IN Q1

POS.

SCUDERIA

TEMPO

DIST.

1

copersucar

1:03:872

MIGLIOR TEMPO

2

EUROBRUN

1:04.128

+ 0.314

+ 0.314

3

ARROWS

1:04.666

+ 0.794

+ 0.480

4

FONDMETAL

1:04.701

+ 0.829

+ 0.035

5

SCUDERIA ITALIA

1:04.936

+ 1.064

+ 0.235

6

PROST GP

1:05.170

+ 1.298

+ 0.234

7

TOLEMAN

1:05.574

+ 1.702

+ 0.404

8

HESKETH

1:05.603

+ 1.731

+ 0.029

ESCLUSI

9

CATERHAM

1:05.707

+ 1.835

+ 0.104

10

COLONI

1:05.767

+ 1.895

+ 0.060

11

SUPER AGURI

1:05.888

+ 2.016

+ 0.221

12

ANDREA MODA

1:06.227

+ 2.355

+ 0.473

13

HRT

1:06.700

+ 2.828

+ 0.507

14

SIMTEK

1:06.734

+ 2.862

+ 0.034

15

FORTI CORSE

1:07.225

+ 3.353

+ 0.491

16

SPIRIT

1:07.651

+ 3.779

+ 0.426

QUALIFICHE 1

POS.

SCUDERIA

TEMPO

DIST.

1

COPERSUCAR

1:03.580

MIGLIOR TEMPO

2

SCUDERIA ITALIA

1:04.347

+ 0.767

+ 0.767

3

ARROWS

1:04.616

+ 1.036

+ 0.236

4

FONDMETAL

1:04.673

+ 1.093

+ 0.087

5

PROST

1:04.866

+ 1.288

+ 0.195

6

EUROBRUN

1:04.919

+ 1.339

+ 0.051

7

HESKETH

1:05.219

+ 1.639

+ 0.300

8

TOLEMAN

1:05.276

+ 1.696

+ 0.057

QUALIFICHE 2

POS.

SCUDERIA

TEMPO

DIST.

1

COPERSUCAR

1:04.024

PIE VELOCE

2

SCUDERIA ITALIA

1:04.549

+ 0.525

+ 0.525

3

FONDMETAL

1:04.649

+ 0.652

+ 0.127

4

ARROWS

1:05.021

+ 0.997

+ 0.345