La Formula 1 è sempre stata maestra nel trasformare le opportunità in business. Bernie Ecclestone l’aveva capito già negli anni ’80, quando rese i diritti televisivi una fonte inesauribile di guadagni, vendendoli al miglior offerente e modellando il Circus come un evento esclusivo. Oggi, però, c’è un nuovo giocatore pronto a inserirsi nella partita dei diritti tv in F1, e che potrebbe cambiare le regole del gioco, a livello mondiale: Netflix.
Dopo aver avvicinato milioni di nuovi fan grazie a Drive to Survive, il colosso dello streaming è pronto per il passo successivo: sfidare ESPN per trasmettere le gare di F1 in diretta sul territorio Statunitense. E non stiamo parlando solo di uno o due eventi al massimo, ma della copertura dell’intero campionato. Un passo che se concretizzato potrebbe ridefinire totalmente il modo in cui il pubblico vive la F1. E non solo negli Stati Uniti ma su scala mondiale.
Ma cosa cambierebbe davvero se la Formula 1 passasse sotto il totale controllo di Netflix? Sarebbe un’opportunità o un rischio?
Netflix vuole di più
Mentre il paddock si prepara alla nuova stagione con le presentazioni delle monoposto e i test pre-stagionali alle porte, la questione dei diritti televisivi negli Stati Uniti prende sempre più spazio tra le discussioni. L’accordo attuale con ESPN scadrà alla fine del 2025 e, con l’esclusiva scaduta, la F1 è ufficialmente sul mercato. Fino a pochi anni fa, la F1 negli Stati Uniti era un prodotto di nicchia, relegato agli appassionati di motorsport. Poi è arrivato Drive to Survive, e il panorama è cambiato completamente. Il boom di popolarità negli Stati Uniti ha portato a un calendario con ben tre GP a stelle e strisce e a un’esposizione mediatica mai vista prima.
In questo contesto, un accordo con Netflix per i diritti F1 potrebbe sembrare la naturale evoluzione di una perfetta strategia di espansione. E Netflix non si accontenta più di raccontare la F1, ora vuole anche trasmetterla. Con l’accordo tra F1 ed ESPN in scadenza e la fine del periodo di esclusiva che bloccava trattative con altri broadcaster, la piattaforma di Reed Hastings ha finalmente il via libera per entrare in gioco.
L’interesse di Netflix per la F1 non è casuale, e la tempistica del suo annuncio lo dimostra. Poche ore dopo che la notizia è emersa, la piattaforma ha svelato la data di uscita della settima stagione di Drive to Survive: il 7 marzo 2025. Coincidenza? Difficile crederlo. Tra l’altro sempre quest’anno Netflix si è lanciata in una nuova avventura, producendo una serie interamente dedicata ad Ayrton Senna. Un altro colpo ben studiato.
Veniamo da un 2024 carico di tensioni, con un mercato piloti impazzito, i problemi per Red Bull e la rinascita della McLaren che hanno reso la competizione più equilibrata, le polemiche continue sulla FIA, e non da meno la prima vittoria a Monaco per Leclerc. Ci sono tutti gli ingredienti per far uscire una stagione perfetta, che si preannuncia come una delle più seguite di sempre. Se la settima stagione dovesse andare meglio delle aspettative Netflix potrebbe sfruttare la popolarità per legittimare il suo ingresso nelle dirette televisive.

Un’opportunità o un rischio?
Netflix sta giocando una partita intelligente: ha già dimostrato di saper portare nuovi fan alla F1, e ora vuole capitalizzare su questo successo con i diritti tv. Ma resta da vedere se riuscirà a tradurre la sua narrazione spettacolarizzata in una copertura che sappia coniugare intrattenimento e competenza tecnica, senza snaturare la natura stessa dello sport. Se Netflix dovesse ottenere i diritti per gli Stati Uniti, l’impatto sarebbe immediato. Da una parte, la Formula 1 potrebbe conquistare ancora più pubblico, soprattutto tra le nuove generazioni. Dall’altra, il rischio di rendere lo sport ancora più spettacolarizzato esiste. Difficile pensare il contrario. Se già con Drive to Survive la narrazione tende a esaltare conflitti, tensioni, cosa succederebbe con le dirette gestite interamente dalla piattaforma?
C’è poi la questione dell’infrastruttura. ESPN si affida alla copertura di Sky Sports, garantendo un prodotto di qualità e una trasmissione consolidata. Netflix, invece, dovrebbe costruire tutto da zero. Commentatori, analisti, studi, regia. Sarebbe all’altezza di una produzione di tale portata? O finirebbe per adottare un sistema minimalista, con meno approfondimenti e contenuti tecnici rispetto a quelli a cui gli appassionati sono abituati. Un altro punto critico è la regionalizzazione dei diritti. A differenza di altri sport, la F1 vende i diritti TV su base territoriale. Dunque Netflix potrebbe avere difficoltà a espandere la propria offerta oltre gli Stati Uniti. In Europa, ad esempio, il colosso dello streaming dovrebbe competere con Sky, che ha un contratto blindato fino al 2029.

Il futuro è nello streaming?
ESPN è ancora in corsa per il rinnovo e colossi come Amazon e Apple osservano da vicino la situazione, pronti a entrare nella partita. Ma oltre alla battaglia sui diritti in USA, l’interesse di Netflix solleva un quesito più ampio: la F1 è destinata a migrare completamente sulle piattaforme di streaming? Negli ultimi anni, il mercato dei diritti televisivi si è frammentato. Se negli Stati Uniti ESPN ha dominato la scena, in altri Paesi la transizione verso il digitale è già iniziata. In Spagna, per esempio, la F1 è trasmessa esclusivamente su DAZN, una piattaforma che ha progressivamente sottratto eventi sportivi alla TV tradizionale. Il modello DAZN ha dimostrato come lo streaming possa garantire un’ottima copertura, ma ha anche sollevato critiche, tra problemi di stabilità della piattaforma e difficoltà di accesso per una parte del pubblico.
Netflix potrebbe quindi seguire un percorso simile, trasformando la visione della F1 in un’esperienza più moderna e flessibile. Tuttavia, restano delle incognite: lo streaming è davvero in grado di offrire lo stesso livello di copertura e qualità della televisione tradizionale? E, soprattutto, il pubblico è pronto ad accettare un modello basato interamente sulle piattaforme digitali?
Per ora, i contratti con Sky e altre emittenti tradizionali restano solidi, ma se l’esperimento americano funzionasse, non è escluso che la F1 possa rivedere il proprio modello di distribuzione a livello globale. Il Circus ha sempre saputo adattarsi ai tempi, e forse la prossima evoluzione sarà proprio quella di lasciare il telecomando per abbracciare definitivamente il mondo dello streaming.