San Paolo, 3 novembre 2024: Max Verstappen ha dimostrato una volta per tutte, se mai ce ne fosse bisogno, che anche quest’anno lui -e nessun altro- si merita di essere il pilota Campione del Mondo 2024. Quella dell’olandese ad Interlagos si può definire un’impresa, solo 5 volte un pilota ha vinto una gara partendo 17°, una prestazione che tra dieci, vent’anni verrà raccontata come una gara da marziano. E come osservato da Roberto Chinchero nel post-gara su Sky, magari ci ritroveremo a dire: “Ma ti ricordi Verstappen a Brasile 2024 che roba che fece?”.
Il tre volte iridato ha vissuto una giornata da montagna russa: era iniziata con una qualifica sfortunata che lo aveva relegato in dodicesima piazza (che con la penalità diventava P17) e con il rivale principale per il titolo, Lando Norris, in pole position. Una mazzata pesantissima, che in proiezione poteva portare il pilota inglese a -18 punti a tre gare dal termine, e lì sì che avremmo parlato di mondiale riaperto definitivamente.
Worst case scenario
Sarebbe stato tutto rimesso in discussione, il lavoro di 20 gare che poteva essere non demolito ma quasi. E questo ovviamente in teoria, perché dire che non sapessimo che ad Interlagos con poche gocce di pioggia la gara diventa imprevedibile sarebbe stato mentire, ed in più con Verstappen che montava un motore nuovo di pacca, anche se, sul bagnato, questo conta un po’ meno, era comunque un fattore da considerare. Comunque, dopo le qualifiche psicologicamente ce n’era per buttare giù anche un macigno. Ed invece Max, dopo una sfuriata contro la FIA davanti ai microfoni, si rimette in quadro e fissa in mente un solo obiettivo: quello di dimostrare a tutti chi è il più forte in pista. E lo ha fatto. Pronti-via, l’olandese fa una bella partenza e al primo giro è già in P11, con doppio sorpasso all’esterno della curva Do Sol che tanto ricorda quello a Rosberg nel 2016. Sei posizioni guadagnate in un solo giro: anzi 4, perchè per la verità Albon non era neanche partito e Stroll forse avrebbe fatto bene a non farlo visto la magra (per usare termini educati) figura che ha fatto nel giro di ricognizione. Da lì, Max si è messo a martellare come un forsennato ed era l’unico in pista a macinare un sorpasso dopo l’altro con staccate al limite e senza il vantaggio del DRS, visto che in condizioni di pista bagnata non si può usare.
Tutto questo mentre Norris come al solito non sfrutta la pole e si fa passare da Russell. Verstappen nonostante i sorpassi e quindi senza aria pulita tiene lo stesso distacco dei primi due, è sesto e si mette in coda al trenino Tsunoda, Ocon e Leclerc. Qui la situazione si fa più complicata, Max se ne rende conto e aspetta il momento propizio. Perché i campioni capiscono anche quando è il momento di attaccare ma anche quello di attendere. E le cose all’improvviso girano per il verso giusto: prima, con una scelta di tempistiche scellerata che tanto ricorda i bei tempi di Rueda, si ferma la Ferrari del monegasco per cambiare gomme, poi tutti gli altri ad eccezione di Ocon. La pioggia sta aumentando di intensità e al giorno d’oggi sappiamo benissimo che in caso di condizioni al limite la direzione gara opta per mettere in pista la safety car o per sospendere la gara con la bandiera rossa. Stare in pista, mantenere la track position e non fare errori in questi casi è la cosa fondamentale. Ed è quello che fanno Ocon e Verstappen.
Prima entra la vettura di sicurezza, poi la bandiera rossa per l’incidente di Colapinto. Di colpo, Max è davanti in classifica a Norris. Chi scrive non crede che si tratti solo di fortuna, quanto di capacità di stare calmi e capire bene la situazione in cui ci si trova. Alla seconda ripartenza poi Max sfrutta bene un’altra Safety Car per passare Ocon e mantenere un ritmo inarrivabile per tutti fino alla fine. 20 secondi guadagnati su tutti in neanche 30 giri.
Da un potenziale -18 a un +62 nel mondiale
I risultati di questa gara vogliono dire che già a Las Vegas, il prossimo GP, ci sarà il primo match-ball a disposizione per l’olandese per vincere il titolo. La giornata di oggi va di diritto in quelle segnate nel cuore degli appassionati di F1… e chi assiste ad uno spettacolo del genere, anche da avversario, deve soltanto applaudire.
Invece in conferenza stampa qualcuno, d’arancio vestito, ha avuto il coraggio di dire che si è trattata solo di fortuna… prima di ritrattare goffamente, con un complimento alla veloce scritto in una storia Instagram. A maggior ragione, prima di certe uscite campate in aria, bisognerebbe respirare, prendersi un attimo, raffreddare l’animo dopo una gara lunga e faticosa.
Ma è altrettanto vero che chi le ha pronunciate ha dimostrato più e più volte, nel corso di questa stagione, di aver agito troppo d’impulso e senza riflettere, dando un’ennesima prova -se mai servisse- che avere un gran piede non è sufficiente per poter essere un meritevole campione del mondo. Che avere la testa sempre orientata, sempre attenta, pronta, è requisito tanto fondamentale quanto la velocità. E per questo, siamo sicuri che a macchine invertite, il mondiale lo avrebbe vinto comunque Max.