Quando certe cose capitano, agiscono come uno scalpello nel legno. Lasciano un segno irreversibile, irrecuperabile e, per quanto modellabile, il legno non potrà mai tornare com’era prima. Lo scandalo che ha colpito Christian Horner è esattamente questo: un processo che, nonostante la conclusione dell’indagine e il successivo dismiss delle accuse, ne cambia fondamentalmente la considerazione.
Tutto come (mai) prima
“L’indagine indipendente sulle accuse mosse contro il signor Horner è completa e la Red Bull può confermare che la denuncia è stata respinta”
Una frase tombale, che metterebbe il punto alla clamorosa indiscrezione, poi confermata il 5 febbraio scorso, riguardo una serie di Inappropriate Behaviour perpetrati proprio dal Commendatore Britannico. Così, in modo piuttosto lapidario ed anonimo nelle spiegazioni, termina un’indagine interna, condotta da elementi esterni, che Red Bull vorrebbe presto dimenticare. Della serie “Va bene così, ora corriamo”.
Invece, non c’è oblio
Nella giornata di oggi 29 febbraio, un “giornalista anonimo” fa recapitare a Liberty Media, Stefano Domenicali e colleghi vari una mail comprendente numerosissimi screen di chat e altri contenuti compromettenti. Il Tutto, raccolto in un Google Drive, pare essere il fondamento dei Misconduct (comportamenti scorretti) di cui Christian Horner è accusato. Qualcuno ne ha diffuso il contenuto sul web. Basta cercare, anche se prendere per vero tutto ciò che offre internet non è mai la strada corretta, e infatti dubbi che alcune cose possano essere state generate ad arte, anche con l’IA, ce ne sono eccome.
C’è pur sempre una vittima di mezzo, la quale non è Christian Horner, checché se ne dica, e quindi essendo meno nota al pubblico è più facilmente attaccabile. E se questi file si rivelassero veritieri e non diffusi dalla vittima, sarebbe un ulteriore danno per la dipendente Red Bull in questione, psicologico e non solo. E su questo tutto tace.
Chris Horner, nel silenzio
Tace, vero, tace la Red Bull, perché ciò che c’è di certo è che questa questione sta venendo gestita dalla scuderia anglo-austriaca come peggio non si potrebbe. Un Horner che come se niente fosse si presenta spavaldo in circuito durante le sessioni, forte del peso non solo politico che ha all’interno del team. Zero trasparenza verso gli altri team, gli sponsor ed il pubblico, con un’indagine affidata a terzi, o così dicono, di cui non si sa nulla; e tutto questo può rivelarsi un boomerang a livello di immagine, per non parlare del resto.
Sappiamo bene come, nel mondo corporate americano (di cui fa parte Liberty Media, peraltro), questi temi sono trattati con estrema serietà . E l’accordo all’orizzonte con Ford non è da trascurare. Invece, ciò che ci arriva da Red Bull è: “ce ne occupiamo noi, lasciate stare“. Quando, soprattutto con un’esposizione mediatica del genere, si avrebbe la possibilità di mandare un messaggio e mostrarsi come la scuderia più forte anche sotto questo aspetto. Cosa che non è avvenuta, anzi.
Quello che si sta vedendo, tuttavia, dà da pensare. Si tratta la questione come una notizia di gossip di un tabloid qualunque, o come se questa decisione possa spostare degli equilibri nel campionato. Il focus è un altro, non ha nulla a che vedere con lo sport, ma occupa comunque le prime pagine dei motori.
Al momento, l’inglese “rifiuta di commentare contenuti anonimi” e, francamente, mi sento di condividere la sua decisione. Quando si è braccati, meno si aggiungono argomenti di discussione e meglio è. Perché di fatto Christian Horner è tanto formalmente pulito, quanto sostanzialmente incalzato, senza fuga, almeno nella sua forma pubblica.
Nessuna fuga
Al pubblico basta poco per decidere. Christian Horner non è, al momento, riabilitabile. La gente vuole mettere una croce sopra, gli altri TM, mantenendo una debita distanza, gettano ombra sull’indagine, rivendicando una trasparenza che, nei fatti, convengo sia mancata. E Red Bull per ora non commenta, ma non escludo che da qui a poche ore possa succedere qualcosa, che possa aprirsi qualche porta. Verso qualche destinazione che, per ora, rientra nella materia speculativa.