“Non ho nessun rimpianto, nessun rimorso” cantava un certo Max Pezzali, parlando di una storia emotivamente complessa, e di un passato difficile da digerire e che ci fa dire: ma come siamo arrivati a questo punto? Ecco, guardando indietro alla stagione 2024 di F1, si capisce come non siano state solo le vittorie o le sconfitte ad aver lasciato il segno, ma ciò che si è messo in gioco per arrivarci: il tempo, l’energia, le scelte difficili. Scelte che non sempre hanno pagato.
Ferrari, McLaren, Red Bull e tanti altri protagonisti hanno affrontato la stagione con determinazione, in modo diverso. Navigando tra alti e bassi e spingendosi oltre i limiti, ciascuno a modo suo. Non è solo questione di risultati, ma di come ogni momento sia stato vissuto fino in fondo, con la consapevolezza che non si poteva fare di più. Perché, a volte, “dare tutto” non vuol dire necessariamente vincere, ma dimostrare di esserci, fino alla fine.
Ferrari, tra strade diverse e obiettivi comuni
Per la Ferrari quello di questa stagione è stato un capitolo intenso, scritto a due voci. Da un lato Charles Leclerc, dall’altro Carlos Sainz: due storie diverse, due percorsi che hanno iniziato a separarsi già da inizio anno. Nonostante questo entrambi hanno lottato come dei leoni fino alla fine, lasciandosi dietro appena 14 punti. Il miglior risultato da quando ha vinto il costruttori per l’ultima volta, nel 2008.
Per Leclerc, questo è stato l’anno della consacrazione emotiva. La vittoria a Monaco è stata un momento di pura liberazione: finalmente, sul circuito di casa, davanti alla sua gente, ha spezzato la maledizione che lo aveva perseguitato. E poi Monza, la “casa” dei suoi tifosi, della Ferrari, dove ha riportato la squadra sul gradino più alto del podio dopo quattro anni. Due vittorie simboliche, cariche di emozione e significato, che hanno mostrato quanto Charles sia cresciuto, sia come pilota che come uomo. Ad Abu Dhabi, da diciannovesimo è risalito fino al podio balzando in ottava posizione solo nel primo giro. Non è bastato certo per vincere il mondiale ma d’altronde Ferrari non avrebbe potuto fare di più in questa occasione. La partita l’ha decisa infatti la McLaren.
Carlos Sainz, invece, ha vissuto una stagione di resilienza, sapendo sin dall’inizio che il suo futuro sarebbe stato lontano da Maranello. La pressione di correre “con una scadenza” avrebbe abbattuto chiunque, ma non lui. Carlos ha corso con il cuore, regalando vittorie in Australia e in Messico, e dimostrando che la dedizione e il lavoro costante possono portare risultati straordinari, anche nelle situazioni più complesse.
Gestire due piloti con percorsi così diversi non era una sfida semplice, ma la Ferrari è riuscita a trovare un equilibrio, grazie anche a Frédéric Vasseur. Il team principal francese ha avuto il coraggio di prendere decisioni difficili e di guardare oltre le critiche. Perché, a volte, servono tempo e pazienza per vedere i frutti del lavoro. E il 2024 ha mostrato che la Ferrari è sulla strada giusta.
McLaren, l’anno della consacrazione
Il 2024 è stato l’anno della consacrazione sportiva per McLaren, che ha rotto un digiuno lungo 26 anni conquistando il titolo Costruttori. È stata una vittoria costruita con pazienza, determinazione e un team guidato con maestria da Andrea Stella. Il tecnico italiano ha trasformato una squadra che arrancava in una macchina da guerra, capace di sfidare e superare in primis Red Bull e poi Ferrari.
Lando Norris ha chiuso la stagione nel modo più spettacolare, vincendo ad Abu Dhabi e suggellando il successo di McLaren. Per lui, il 2024 non è stato solo un anno di vittorie, ma un banco di prova: un’occasione per crescere, imparare, prepararsi al prossimo grande obiettivo. Perché passi quest’anno, ma nel 2025, Norris dovrà non solo difendere il titolo costruttori con Piastri ma dimostrare di poter seriamente competere per quello piloti. E con una macchina come quella della McLaren, le aspettative saranno altissime.

Red Bull salvata da Verstappen
Red Bull è stata il grande enigma della stagione 2024 di F1: un team che ha sbagliato tanto, forse troppo, accecato da conflitti interni ed esterni. Eppure, in mezzo al caos, Max Verstappen ha continuato a brillare. Il campione olandese ha tenuto sulle spalle un’intera squadra, lottando contro ogni avversità e dimostrando ancora una volta di poter fare la differenza.
La stagione degli altri, in una sfida con sé stessi
Il 2024 ha visto anche tanti altri piloti e team provare a sfidare se stessi, affrontando rischi e scelte difficili. Franco Colapinto, alla sua prima vera occasione con Williams, ha cercato di sfruttare ogni momento, pur senza raccogliere grandi risultati. Alpine ha avuto il coraggio di cacciare Esteban Ocon negandogli la sua ultima gara, preferendo schierare un rookie in piena lotta per la P6 in campionato. Se non è coraggio questo.
E poi c’è Lewis Hamilton, che ha vissuto il suo ultimo anno con Mercedes come un capitolo pieno di significato. Un anno che lo ha messo a dura prova, preparandolo a quello che verrà dopo, nel 2025 quando indosserà per la prima volta la tuta Rossa.
Noi non aspettiamo altro, anche se sarà una lunga lunghissima attesa.